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Educazione digitale per bambini: usiamo la tecnologia consapevolmente

La DAD (didattica a distanza) e in generale, il problema di trovare un costante intrattenimento casalingo per i bambini, ha messo i genitori di fronte a un nodo inevitabile: il fatto che Internet sia entrato a far parte della quotidianità anche dei più piccoli, portando con sé notevoli vantaggi, ma anche tanti rischi che potrebbero essere sottovalutati. Per questo è importante parlare sempre di più alle famiglie di “educazione digitale”, a partire già dalla prima infanzia.

In questo articolo vi aiuteremo a capire come affrontare l’educazione digitale di bambini e ragazzi in modo attento e consapevole.
Indice dei contenuti:

  1. Educazione digitale: cos’è
  2. I rischi della tecnologia per i bambini
  3. I primi passi digitali con i bambini
  4. Cyberbullismo: riconoscere i segnali per aiutare bambini e ragazzi
  5. Costruire un sano rapporto con internet
  6. Quante ore al giorno utilizzare i device digitali
  7. Il fenomeno dello sharenting
  8. Educazione digitale per genitori e insegnanti

Cos’è l’educazione digitale

L’educazione digitale, negli ultimi anni, è diventata parte del percorso educativo e di crescita dei bambini, nonché uno strumento utile per docenti e genitori, che hanno bisogno di integrare nel loro sistema di insegnamento gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione.

Grazie all’intuito e all’emulazione, i bambini di oggi (i cosiddetti “nativi digitali”) imparano fin dai primi anni di vita ad utilizzare la tecnologia: già da piccolissimi, infatti, sono capaci di destreggiarsi, o come si suol dire “smanettare”, con smartphone e tablet, lasciando gli adulti attoniti di fronte alla velocità di apprendimento e risposta anche di fronte a nuovi dispositivi. Ma con educazione digitale non si intende la capacità di saper usare un dispositivo, bensì quella di sfruttarne al meglio le potenzialità, consapevoli sia delle opportunità che dei rischi associati alle nuove tecnologie.

Bambini e tecnologia: i rischi principali

Innanzitutto, è importante sottolineare quanto la supervisione da parte degli adulti sia fondamentale. Una soluzione efficace per proteggere i bambini dai possibili rischi connessi alla rete e ai media digitali è di educare al corretto utilizzo.

Una ricerca condotta da Telefono Azzurro e rilasciata in occasione del Safer Internet Day (8 febbraio) ha rivelato che cyberbullismo, sexting e violazione della privacy sono i rischi maggiori nei quali bambini e adolescenti possono incorrere, durante il tempo trascorso su internet. E per un genitore essere al passo con le diverse piattaforme di social media utilizzate dai figli in età sempre più precoce può essere difficile, tanto che il 30% di loro si dichiara impreparato.

Muovere i primi passi digitali con i bambini

Non è inconsueto che già alle scuole elementari (6-10 anni) e a maggior ragione alle scuole medie (11-13 anni) vengano affidati a bambini e ragazzi compiti e ricerche che prevedono l’utilizzo di risorse digitali. Questo è un ottimo spunto per ritagliarsi un po’ di tempo insieme e spiegare le funzioni dei device a cui hanno accesso e per scegliere insieme applicazioni e siti di qualità. Anche in questo frangente, bambini e ragazzi hanno bisogno di costruire la propria autonomia e, di pari passo, i genitori devono potersi fidare senza temere costantemente che i figli possano essere bersaglio di minacce virtuali.

Ecco perché è utile stilare una lista di comportamenti e contenuti da evitare e insegnare a bambini e ragazzi quali a riconoscere i pericoli della rete, come le email di spam, gli approcci da parte di sconosciuti tramite messaggeria istantanea e l’importanza di non diffondere i propri dati.

Genitori e Internet: un mondo digitale da scoprire insieme ai figli

Una buona abitudine, che aiuta anche a rinforzare il legame con bambini e ragazzi, è scoprire quali sono le applicazioni e i siti che più li affascinano e divertono, provando a navigare insieme a loro. Prendete tempo per osservare: guardateli mentre giocano, osservate le loro reazioni e le loro emozioni. Sarà più facile per voi cercare poi nuovi contenuti a misura di bambino, in linea con i loro gusti e magari con un fine educativo di base.

Il consiglio è di scegliere tra app, risorse e contenuti a disposizione quelli che più coinvolgono i bambini in modo efficace ed attivo: la fruizione passiva di contenuti digitali, come quella che avviene davanti al televisore o ai video, non aiuta lo sviluppo cognitivo e lessicale. Come una sorta di “svezzamento digitale”, la cosa migliore da fare è che i bambini abbiano accesso a contenuti, giochi e video adatti alla loro età, seguendo gli step fondamentali della crescita e dello sviluppo psico-cognitivo.

Cyberbullismo: impariamo a riconoscere i segnali per tutelare bambini e ragazzi online

Il Ministero dell’Istruzione ha stilato e diffuso le linee guida per riconoscere e contrastare il cyberbullismo, identificandolo come molestia che si manifesta online tramite attacchi alla vittima attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla rete, come chat, social network e e-mail.

In Italia il cyberbullismo è disciplinato, e di conseguenza punito, grazie alla legge n. 71/2017 che definisce il cyberbullismo come: “Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo“.

Prevenire e contrastare il cyberbullismo è un compito molto importante che coinvolge scuole e famiglie, con la collaborazione delle autorità (è la Polizia Postale ad occuparsi di questi casi specifici).

Cosa possono fare le famiglie per contrastare il cyberbullismo

Il modo migliore per combattere questo fenomeno è senza dubbio fare prevenzione. I genitori, oltre ad essere sempre a conoscenza di quali sono gli ecosistemi digitali frequentati dai figli, sono tenuti a parlare apertamente dei rischi e incoraggiare i ragazzi a condividere qualunque tipo di comportamento disturbante che si possa verificare online.

Ci sono alcuni campanelli d’allarme che possono aiutare a capire se c’è qualcosa che non va. Ovviamente, si tratta di segnali che potrebbero essere indice di altre problematiche o di una normalissima fase della crescita, ma parlarne apertamente è sempre il modo migliore per iniziare ad affrontare la questione. Ecco i segnali a cui prestare particolare attenzione per tutelare bambini e ragazzi dal cyberbullismo (e dal bullismo in generale):

  • Cambiano improvvisamente il comportamento con gli amici, a scuola o in altri luoghi che frequentano.
  • Sono restii a frequentare luoghi affollati.
  • Evitano all’improvviso l’uso di computer, smartphone e altre tecnologie.
  • Sono visibilmente stressati ad ogni notifica che ricevono sul loro cellulare.
  • Mostrano scarsa autostima.

Cosa possono fare le scuole per contrastare il cyberbullismo

È fondamentale che il personale docente sia formato e pronto a riconoscere gli episodi di bullismo e, soprattutto, deve rendersi disponibile a parlarne in classe, educando all’uso corretto ed etico della tecnologia e scoraggiando questo tipo di condotta.

Forme di cyberbullismo: esempi per una corretta educazione digitale

Gli esempi di cyberbullismo sono tantissimi e comprendere come si può manifestare questo fenomeno fa parte di una corretta educazione digitale rivolta a bambini e adolescenti.

  • Flaming: messaggi offensivi e/o volgari inviati solitamente su forum e siti di discussione online.
  • Harassment (molestie): inviare in maniera ossessiva e ripetuta messaggi contenenti insulti.
  • Put-downs (denigrazione): inviare messaggi, tramite sms, mail e post, a più destinatari con l’intento di danneggiare la reputazione della vittima.
  • Masquerade (sostituzione di persona): rubare l’identità della vittima con l’obiettivo di pubblicare a suo nome contenuti volgari.
  • Exposure (rivelazioni): rendere pubbliche le informazioni private della vittima.
  • Trickery (inganno): conquistare la fiducia di una persona per carpire informazioni private e/o imbarazzanti con la finalità di renderle pubbliche.
  • Exclusion (esclusione): escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla.
  • Cyberstalking (cyber-persecuzione): molestare e denigrare ripetutamente per incutere paura e terrore in riferimento all’incolumità fisica.
  • Happy slapping: molestare fisicamente con lo scopo di riprendere l’aggressione e pubblicare il video sul web.

È quindi compito dei genitori o dei tutori di minori assicurarsi che bambini e ragazzi siano consapevoli di tutti i comportamenti tossici di cui potrebbero essere vittima e che segnalino i problemi già alle prime avvisaglie.

Bambini e tecnologia: costruire un rapporto sano internet attraverso l’educazione digitale

Come tanti altri aspetti della quotidianità, i possibili rischi non devono influenzare negativamente quello che ormai è parte integrante della vita di ogni individuo. Ecco come aiutare i bambini a costruire un rapporto sano con la tecnologia:

  • Come sempre è fondamentale dare il buon esempio: in presenza dei bambini, gli adulti devono per primi dimostrare di fare buon uso della tecnologia in casa, evitando di stare sempre col cellulare in mano.
  • Internet non è il male, anzi è una risorsa importante per imparare: ad ogni dubbio o domanda a cui non sapete rispondere, va benissimo incentivare bambini e ragazzi a fare ricerche su Internet, imparando a riconoscere le fonti attendibili.
  • Se non avete confidenza con potenzialità e rischi digitali, fate dei corsi: molti comuni italiani li organizzano gratuitamente o, in alternativa, ce ne sono diversi online.
  • Usare strumenti importanti come il Family Link: ragazzi e ragazze di 11-12 anni (a volte anche meno) non sono pronti per navigare liberi in rete ed è compito dei genitori informarli delle regole dei social e delle app di messaggistica, per evitare di commettere errori di cui potrebbero pentirsi.

Educazione digitale: a quante ore di utilizzo al giorno è bene limitarsi?

Parte dell’educazione digitale dei bambini è avere consapevolezza delle caratteristiche dei device che abbiamo a disposizione. Una notizia che probabilmente allieterà i genitori è che, secondo il Royal College of Paediatrics and Child Health, lo schermo di un device tecnologico non fa male in sé, ma può risultare dannoso se il suo utilizzo va a sostituire altre attività importanti come il sonno, il movimento fisico o il tempo di qualità da trascorrere con amici e famiglia.

Per gli esperti imporre restrizioni troppo severe sull’uso di tablet, pc o cellulari potrebbe rivelarsi inutile e controproducente: internet e i dispositivi connessi alla rete sono strumenti entrati a far parte di ogni aspetto della realtà. Ma allora cosa può fare un genitore per tutelare la crescita dei propri figli? Può iniziare a porsi qualche domanda sul tipo di utilizzo adottato in casa. I pediatri inglesi suggeriscono quattro “grandi” domande:

  1. In famiglia il tempo passato davanti ai dispositivi tecnologici è sotto controllo?
  2. Il tempo passato davanti ad uno schermo interferisce con le attività familiari?
  3. L’uso dei device interferisce con il sonno?
  4. Siete in grado di controllare lo stimolo a mangiare mentre usate i dispositivi?

Nel caso in cui queste domande abbiano evidenziato alcune abitudini poco salutari (ad esempio, pasti trascorsi guardando il tablet o lo smartphone), è il caso di intervenire.

Qual è quindi il modo migliore per ridurre le ore di utilizzo al giorno dei device tecnologici? Anche in questo caso le regole aiutano, ma senza apparire troppo rigidi e parlando con calma e fermezza dei motivi che hanno portato alla decisione. I momenti del pasto, ad esempio, possono costituire un ottimo intervallo in cui vietare espressamente dispositivi tecnologici, così come da una certa ora della sera in poi.

Sharenting: cosa sapere prima di condividere i momenti privati dei nostri figli

È stato ribattezzato sharenting il fenomeno che riguarda i genitori che condividono in modo compulsivo e ripetuto immagini dei propri figli sui social, creando un contesto che i bambini, una volta cresciuti, potrebbero non gradire. Il problema dello sharenting, infatti, risiede nelle ripercussioni che la condivisione potrebbe avere sul bambino.

Innanzitutto, la privacy è un problema a cui fare attenzione: lo sharenting dà vita a un vero e proprio archivio digitale a cui hanno accesso troppe persone, spesso sconosciute. Un bambino piccolo, quando viene condivisa una sua foto, non è in grado di capire cosa sta accadendo e – a livello legale – si tratta in tutto e per tutto di una violazione delle privacy.  Anche i bambini hanno diritto alla privacy e la condivisione di immagini che li riguardano può essere lesiva della loro individualità.

Una volta cresciuti, gli stessi bambini, divenuti adolescenti e adulti, si trovano a dover fare i conti con una serie di contenuti che li riguardano, di cui probabilmente non erano neanche consapevoli e il rischio è che per loro possa essere difficile, se non impossibile, crearsi un’identità digitale propria. Ma non solo: lo sharenting non provoca esclusivamente problematiche legate alla violazione della privacy. Non bisogna sottovalutare il rischio che qualunque immagine possa diventare virale e sfuggire al controllo dei genitori, diventando purtroppo materiale pedopornografico.

Educazione digitale per i genitori e gli insegnanti

In buona sostanza, per gestire il rapporto di bambini e adolescenti con il digitale è inevitabile che a genitori e insegnanti servano competenze aggiornate. Questi ultimi, in particolare, secondo un’indagine di Telefono Azzurro, hanno espresso un bisogno di formazione sia dal punto di vista dei temi, sia dal punto di vista delle modalità per gestire le situazioni di disagio. Molti di loro ritengono di non essere adeguatamente preparato nel caso di situazioni in cui emergono violenza, pericolo o pregiudizio.

Il sito EducazioneDigitale.it è impegnato a diffondere informazioni utili con “Digital Security”, un’iniziativa sviluppata per coinvolgere i docenti delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie sui temi della sicurezza in rete, nell’ottica di guidare bambine e bambini ad un utilizzo consapevole dei social network e, in generale, di Internet come risorsa.

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