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Orientamento spazio-temporale nei bambini

Non c’è emozione più intensa e pura dei genitori che osservano quasi increduli i naturali progressi dei bambini. Uno di questi riguarda senz’altro la crescente capacità di muoversi, camminare e orientarsi, un’abilità che molti studiosi infantili ritengono connessa alla concezione del “sé”

Cos’è l’orientamento spazio-temporale

Fino a non molti anni fa, gli psicologi infantili erano pressoché convinti del fatto che i neonati non avessero percezione del proprio corpo, mentre studi recenti sembrano dimostrare tutto il contrario. I progressi nel rapporto con ciò che li circonda, infatti, sono visibili già da neonati ed è un processo fisiologico innato che migliora di pari passo con la crescita del corpo.

Si tratta, nella fattispecie, dell’orientamento spazio-temporale, un fattore che, progredendo gradualmente, aiuta i bambini a sviluppare diverse capacità parallele, come la consapevolezza di sé, il linguaggio, il senso di orientamento e, in generale, il rapporto con ciò che li circonda. Sapersi orientare significa sapersi muovere consapevolmente, imparando a calcolare le distanze e a riconoscere la differenza tra persone, animali, oggetti inanimati e anche eventuali pericoli.

L’intelligenza spaziale è una delle 7 intelligenze individuate da Howard Gardner, psicologo e docente statunitense, conosciuto per la sua teoria sulle intelligenze multiple. Si riferisce alla capacità dei bambini di comprendere e utilizzare in modo proprio i concetti topologici (ad esempio sopra, sotto, vicino, lontano, dentro e fuori), assimilando nel frattempo la capacità di conoscere la dimensione concreta di oggetti e la loro posizione.

Una componente essenziale è l’orientamento, ovvero la capacità di controllare il complesso mondo degli oggetti, di elaborare rappresentazioni mentali e di creare un ordine. Per tradurre questa capacità spaziale in termini pratici si può pensare al percorso da casa a scuola: un bambino dovrebbe essere consapevole della strada che deve percorrere, aiutandosi con l’identificazione di punti di riferimento. 

Per quanto riguarda l’orientamento temporale ci si riferisce alla capacità di ordinare nella temporalità le diverse fasi di un’azione. Nella quotidianità, spesso anche inconsapevolmente, esercitiamo già i bambini in questo: si pensi ad esempio a tutte le situazioni in cui all’interno di una routine si chiede al bambino di fare alcune cose prima di altre, come lavarsi i denti prima di andare a dormire o riordinare i giocattoli prima di mangiare.

A che età i bambini iniziano a sviluppare l’orientamento spazio-temporale

Come già anticipato, la nozione di tempo e spazio può farsi risalire ai primi giorni di vita ma bisogna aspettare i 7-8 anni perché questi due concetti vengano assimilati fino a diventare un’abilità cosciente.
Le tappe dello sviluppo dell’orientamento spazio-temporale possono essere definite così, fermo restando che ogni bambino è diverso dall’altro e non esistono tempistiche uguali per tutti.

  • Fra 3 e 8 mesi, i bambini iniziano ad assimilare la capacità di ordinare più avvenimenti successivi.
  • Fra i 12 e 18 mesi, il piccolo diviene capace di ricostruire una serie limitata di avvenimenti successivi.

  • A 2 anni, i bambini normalmente sanno tracciare linee orizzontali e verticali, conoscendone la differenza.
  • A 3 anni il bambino possiede il concetto del dopo, del domani, mentre è insicuro l’uso del prima e inizia a familiarizzare con le nozioni di vicinanza e separazione e di alto-basso, sopra-sotto, davanti-dietro.
  • A 4 anni, possiede le relazioni di tempo segnate dal succedersi di ieri, oggi e domani e sa via via sempre più cogliere i rapporti spaziali esistenti tra le varie parti del corpo, tra sé, gli altri e gli oggetti. Inoltre, è capace di distinguere le linee rette dalle curve, le figure aperte da quelle chiuse e, assimilate queste abilità mentali, può costruire figure geometriche piane come rettangoli e quadrati.
  • A 7-8 anni, lo spazio diventa sempre più “maneggevole” e comincia a capire i rapporti spazio-temporali e ad introdurre nel tempo fisico una successione ragionata, attraverso una ricostruzione operatoria intuitiva.

Come sviluppare l’orientamento spazio-temporale nei bambini

Secondo pediatri, psicologi e psicomotricisti infantili, stare a contatto con la natura è una delle attività che maggiormente contribuisce a sviluppare l’orientamento spazio-temporale nei bambini. D’altronde, non è una sorpresa: trascorrere del tempo all’aria aperta è la chiave per numerosi benefici a tutte le età. 

Muoversi in spazi diversi da quelli con cui si ha familiarità, infatti, aiuta a sviluppare il senso dell’orientamento e a migliorare la consapevolezza del proprio corpo in relazione a ciò che ci circonda, incrementando, ad esempio, il senso della profondità, la coordinazione dei movimenti e l’equilibrio.

Quello che in più la famiglia può fare è, fin dalla più tenera età, nominare le varie parti del corpo e, a tempo debito, trasformarle in uno strumento di gioco e apprendimento: “Dov’è il piede?” “Tocca la pancia” “Mi fai vedere la lingua?” e così via.

A mano a mano che cresce, il bambino inizierà a muoversi, prima gattonando, poi alzandosi in piedi. Da qui, gli si può iniziare a coinvolgere il bambino con domande quali: “Tocca il pavimento”, “Guarda sotto al tavolo”, “Puoi mettere il cucchiaio sopra al tavolo?”, “Mettiamo la palla vicino alla finestra”, “Portiamo i peluches lontano dalla cucina”. Nel caso in cui si chieda al bambino di toccare un oggetto, possiamo fare la stessa cosa, aggiungendo degli aggettivi descrittivi come: “È freddo!” o “È morbido”. Questo permetterà al bambino di far proprie le prime competenze spaziali.

Sviluppare l’orientamento spazio-temporale giocando

Un gioco che esercita e aiuta i bambini a sviluppare l’orientamento spazio-temporale è la caccia al tesoro. Si può organizzare una caccia al tesoro anche all’interno della propria casa, coinvolgendo anche gli altri membri della famiglia e inserire negli indizi i concetti di spazio e tempo. Ad esempio: “Il primo indizio si trova in cucina, dopo troverai il secondo in cameretta”, “Troverai il terzo indizio nascosto sotto il letto”, “Il quarto indizio è dentro al barattolo sotto al tavolo” eccetera… Il bambino si eserciterà così nella comprensione di queste parole, dando loro un significato concreto. In un secondo momento si potrebbe chiedere al bambino di aiutare nella creazione degli indizi, così da stimolarlo nell’uso degli stessi concetti.

Un altro classico esercizio che stimola i bambini a sviluppare l’orientamento spazio-temporale e tutto quello che comporta, come la coordinazione dei movimenti e la consapevolezza del proprio corpo, è il ballo. Un’idea è cantare e interpretare insieme questa famosissima filastrocca:
Se sei felice, famosa canzone tradizionale per far divertire e ballare i bambini
Se sei felice e tu lo sai batti le mani
Se sei felice e tu lo sai batti le mani
Se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo vorrai,
se sei felice e tu lo sai batti le mani.
Se sei felice e tu lo sai batti i piedi
Se sei felice e tu lo sai batti i piedi
Se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo vorrai,
se sei felice e tu lo sai batti i piedi, batti le mani.
Se sei felice e tu lo sai schiocca le dita
se sei felice e tu lo sai schiocca le dita
se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo vorrai,
se sei felice e tu lo sai schiocca le dita, batti i piedi, batti le mani.
Se sei felice e tu lo sai manda un bacino
se sei felice e tu lo sai manda un bacino
se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo vorrai,
se sei felice e tu lo sai manda un bacino, schiocca le dita, batti i piedi, batti le mani.
Se sei felice e tu lo sai fai tutto insieme…
se sei felice e tu lo sai fai tutto insieme…
se sei felice e tu lo sai e mostrarmelo vorrai,
se sei felice e tu lo sai fai tutto insieme.

Ricordiamo che i progressi di ogni bambino sono soggettivi e che per ogni dubbio è bene affidarsi al parere del pediatra di fiducia.

 

Fonti: 

Howard Gardner Wikipedia
Centro Victor Como
riabilitazionepsicomotoria.it

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